La scuola “G. Rodari” giace su un’area sopraelevata e la sua posizione gode di un’ottima visuale sul contesto naturalistico. Le potenzialità del luogo tuttavia non vengono sfruttate dall’edificio esistente negando, dal suo interno, la vista nella direzione della valle antistante.

L’input progettuale nasce dalla volontà di dotare la nuova scuola di una comunicazione diretta con la valle che diventa approdo visivo per l’osservatore e traccia una direttrice che diverrà poi asse generatore dell’impianto planimetrico. Il desiderio di osservare l’intorno si concretizza aprendo il fronte principale così da moltiplicare gli affacci e stimolare il dialogo con il contesto.

Questa architettura assume quindi i connotati di un “cannocchiale” che permette al fruitore di apprezzare il paesaggio e di goderne le peculiarità da molteplici prospettive. I volumi di progetto assecondano la morfologia del terreno, dilatandosi a sbalzo verso la valle come per metterla a fuoco e con il fine di disegnare una scuola che simbolicamente si estende verso la propria comunità. Il concept trova così una sua risposta non solo nei risultati formali ma anche in un insegnamento pedagogico che esorta i bambini a essere curiosi, a guardare oltre i confini e a proiettarsi verso nuove avventure. Da qui nasce l’idea di “una scuola curiosa che guarda lontano”.