Il benessere del cliente è sempre in primo piano.
Partiamo da un presupposto: il nostro ruolo, negli ultimi anni, è totalmente cambiato.
Un tempo, il committente si affidava quasi completamente al professionista: sfogliava al massimo qualche rivista mentre gli studi pullulavano di abbonamenti vari, dava un’occhiata ai modelli, poi lasciava fare. Oggi è tutto diverso. Il cliente arriva con immagini salvate sul telefono, riferimenti trovati online, desideri sempre più precisi. È più coinvolto, più informato, più esigente. Ma questo non ha ridimensionato il nostro ruolo. Anzi, lo ha reso ancora più centrale.
Oggi l’architetto è prima di tutto un interprete. Un consulente dotato di visione, in grado di cogliere il potenziale nascosto in ogni richiesta, anche quando è confusa, istintiva, inespressa. Da mero professionista ed esperto, si è trasformato in un alleato che ascolta, che fa domande, che accompagna in un percorso spesso carico di emozioni e ansie, come quello della costruzione o della trasformazione di una casa.
Il punto di partenza? Le giuste domande.
Per noi di GAA, tutto comincia da lì: dall’ascolto. Non c’è progetto possibile senza una profonda comprensione della persona che abbiamo davanti. Ogni cliente ha un modo diverso di abitare, sogni diversi, ritmi diversi e diverse passioni. Va da sé che la casa ideale, per ognuno, ha una forma diversa. E tocca a noi trovarla.
Per questo partiamo da una serie di domande, perché dobbiamo esattamente capire e conoscere chi si nasconde dietro il suo sogno architettonico.
Come vivi i tuoi spazi? Dove ti senti davvero a casa? Che rapporto hai con la luce, con il silenzio, con la natura? Ami cucinare per molti o preferisci una colazione veloce? Hai bisogno di raccoglimento o di condivisione? Ogni risposta traccia una direzione, un dettaglio che ci aiuta a costruire un progetto che non sia solo bello, ma anche sincero.
I tre principi del benessere
Il benessere del cliente, per noi, non è un concetto astratto. È qualcosa che si costruisce con cura e con metodo e che si potrebbe immaginare fatto di tre rami, fondamentali perché un progetto sia buono.
Innanzitutto, il benessere è estetica, perché la bellezza aiuta a stare bene. Il benessere è comfort abitativo, perché una casa deve essere dotata di servizi e tecnologie utili per abitarci nel migliore dei modi; e il benessere è anche funzionalità. Una casa ben progettata è quella dove tutto funziona, dove non ci sono errori nei percorsi, negli spazi, nella gestione della luce e dei flussi. Una casa dove il cliente si sente a proprio agio, dove ogni scelta è stata fatta per lui e con lui. Un posto che una persona riesce a sentire sua fin dal primo giorno.
Come si struttura GAA?
Il cliente deve essere sempre accompagnato.
Durante tutta la progettazione, c’è sempre un referente dedicato, che poi non è che un architetto che lavora assieme un team strutturato, capace di affrontare insieme ogni aspetto: creativo, tecnico, organizzativo. La squadra condivide, si confronta e il cliente sa a chi riferirsi per ogni dubbio o necessità.
Questo sistema ci permette di mantenere alta la qualità progettuale e, allo stesso tempo, di offrire un’esperienza fluida, sicura, senza stress.
Il nostro linguaggio rimane lo stesso e, anche seguendo le esigenze di diversi clienti, la nostra impronta è sempre più solida, riconoscibile in ogni spazio che progettiamo: essenziale, elegante, contemporaneo.
Starà poi agli architetti rivelare le diverse anime di ognuna delle diverse case, perché ogni cliente è diverso, e la sua diversità deve essere un punto di forza per non smettere mai di creare.
Il nostro compito d’altronde è proprio questo: trasformare l’unicità di ogni persona in un’architettura che la rispecchi, la accolga e la faccia sentire protetto.
Il benessere non è un risultato che si impone dall’alto, ma una condizione che si costruisce insieme.
Come ha scritto il filosofo Gaston Bachelard, “La casa è il nostro angolo del mondo. Il nostro primo universo.”
Andare a casa, per noi, dovrebbe voler dire andare proprio dove si vorrebbe sempre tornare.