Cos’è un cantiere?
Quando si pensa alla costruzione di una casa, si pensa spesso solo a un cantiere. Ma la costruzione di qualsiasi tipo di struttura, sia essa un’abitazione, uno spazio di lavoro oppure pubblico, prevede un lavoro sinergico di maestranze che agiscono prima, durante e dopo i lavori. Per questo ci piace immaginare il cantiere come il luogo in cui le parole divengono tangibili e dove i disegni prendono la forma concreta del reale. In questa dimensione, l’architetto non è soltanto il creatore dell’idea, bensì il catalizzatore di un processo di collaborazione. La sua visione, meticolosamente verificata nei mesi precedenti all’inizio dei lavori, guida il percorso, mentre l’operato delle maestranze conferisce vita e sostanza al progetto.
Falegnami, fabbri, tappezzieri, pavimentisti e resinatori, parchettisti e imbianchini: tutte queste figure collaborano a stretto contatto con noi, e guardarli all’opera significa il più delle volte regalarsi l’opportunità di vedere il proprio pensiero trasformarsi in qualcosa di materiale. È per questo che il rapporto tra l'architetto e le maestranze assume un ruolo cruciale, perché senza una vera intesa, in risultato non sarà mai quello auspicato.
L’architetto guida, l’artigiano crea
Nonostante l’emozione di vedere passo dopo passo il processo di costruzione di una casa elemento finito, niente è più entusiasmante e soddisfacente di portare al cliente un’opera finale che corrisponde esattamente alla sua visione. Per mesi il progetto è stato guidato da noi architetti avendo ben chiare le storie e i desideri di chi si affida a noi. A partire proprio da questo delineiamo prima le idee, poi progetti più dettagliati e infine passiamo alla pratica.
È qui che la collaborazione con le maestranze ha inizio e, dopo lunghi anni di esperienza sul campo, abbiamo pensato di redigere una piccola lista delle “cose imprescindibili per un rapporto sano e duraturo con le altre professioni”.
Ecco a voi la nostra breve lista: spero speriamo possiate farne buon uso.
La comunicazione
L'architetto non può semplicemente trasferire le sue idee agli artigiani, ma deve comunicarle in modo chiaro e comprensibile. Attraverso schizzi, disegni e spiegazioni dettagliate, crea un ponte tra la sua visione e la capacità pratica dei lavoratori.
L’architetto non può parlare solo ed esclusivamente la sua lingua, ma deve sapere anche quella artigiana, in modo tale da evitare incomprensioni lungo il percorso.
La fiducia reciproca
L'architetto deve fidarsi delle competenze e dell'esperienza delle maestranze, mentre queste ultime devono avere fiducia nella visione e nella guida dell'architetto. Un rapporto basato sulla stima crea uno spirito di collaborazione che alimenta il successo, e fa sì che gli ostacoli possano essere superati con entusiasmo e atteggiamento propositivo.
Fiducia infatti vuol dire, in primo luogo, credere che la direzione intrapresa dagli altri sia quella giusta e sapere quali tratti di strada percorrere insieme.
L’empatia
L'architetto deve comprendere le sfide degli artigiani, poiché spesso queste professionalità hanno a che fare con materiali, tecnologie, costi e reperibilità in continua evoluzione.
Le maestranze, d’altronde, devono accettare accogliere le priorità dell'architetto, poiché è quest’ultimo ad avere in mano il progetto e a conoscere esattamente i desideri del cliente finale. Solo sviluppando un atteggiamento empatico, l’uno nei confronti dell’altro, si riescono a trovare soluzioni creative che soddisfano sia gli aspetti estetici che funzionali del progetto.
Il rispetto reciproco
L'architetto non è solo il capo progettista, ma un membro del team. Rispettare il lavoro e l'esperienza delle maestranze significa riconoscere il valore di ogni contributo al processo creativo. Rispettare significa, in questo caso, onorare le competenze dell’altro e dargli ascolto prima di procedere in maniera individualistica e affrettata.
Si tratta di costruire legami che resistono alla prova del tempo. Attraverso quindi una comunicazione chiara empatia, rispetto e fiducia reciproca, architetto e maestranze possono trasformare un'idea astratta in una realtà tangibile.
Infatti, non si tratta solo di costruire edifici ben fatti, ma anche di costruire legami che resistono alla prova del tempo. In un mondo in cui la tecnologia spesso domina, resta indiscutibile il valore dell'artigianato e della collaborazione umana nel processo creativo. La cooperazione tra designer, architetti e maestranze rappresenta un connubio straordinario in cui l'arte e l'innovazione si fondono per creare opere uniche e straordinarie.
Uno scambio creativo che promuove la molteplicità delle competenze, la creatività e l’esperienza. Una relazione che, se animata dal giusto entusiasmo e rispetto, produce sempre qualcosa di più della somma delle singole parti.
Ed è questo, il vero risultato di un buon progetto d’architettura.